03 gennaio 2007

Calciomercato e diritti televisivi

Il giocattolo si è rotto, finalmente. Per Juve-Inter-Milan era diventato troppo facile essere le regine del calciomercato d'estate e di riparazione. In effetti, fino al gennaio 2005, esistevono due categorie di contratti televisivi. Se ti chiamavi Juve, Inter o Milan, facevi parte della fascia alta. Se invece eri una tra le 17 altre squadre restanti facevi parte della fascia m'accontento. In effetti, i contratti televisivi per la stagione 2004-2005 hanno portato nelle casse dei club di serie A 210 milioni di euro, dei quali 180 milioni di euro sono finiti nelle casse di Juve, Inter e Milan. Di conseguenza, le altre 17 squadre si sono divisi le bricciole pari a 30 milioni di euro. Percio, è normale che i botti del calciomercato venivano sempre da Juve, Inter e Milan. La disparità era diventata troppo grande. E per certi club, vedi la Roma e la Lazio, era diventato troppo difficile competere contro quelle tre. La consequenza di questo meccanismo ha portato ad un campionato a tre squadre, anzi due. In effetti, Juve e Milan oltre alla supremazia nei media, avevano preso possesso degli uffici alti che governavono il calcio. Non ce n'era per nessuno. C'eravamo talmente abituati a tale situazione che nessuno più reagiva ai vari conflitti d'interessi, strapoteri, arronganze, ... . Se uno o l'altro alzava un pò la voce veniva subito tolto di torno, vedi i vari Gaucci, Pieroni, Baldini, Zeman, Gazzoni, ... . Ci erano quasi riusciti anche con la Roma. In effetti, mancavo poco che Moggi metteva Moggino come direttore sportivo della Roma.

Adesso, dopo calciopoli, il calciomercato è un pò cambiato. La Juve in B, non compra più anzi vende i suoi gioielli. Il Milan vende Sevchenko per comprarsi Oliveira, da ridere. L'unica in grado di fare ancora spese folli è l'Inter di Moratti. Perciò, Inter a parte, c'è più equilibrio in materia di calciomercato. Questo rende, di conseguenza, il campionato più bello e più ricco di confronti esaltanti. Un ultima nota sui diritti televisivi. Le regole in materia di diritti televisivi sono diverse secondo i paesi. Un piccola riassunto delle regole nei paesi europei :

Francia : il 73% dei ricavi della vendita dei diritti televisivi sono divisi in parti uguali, il restante 27% in base alla classifica finale del campionato

Germania : il 50% dei ricavi della vendita dei diritti televisivi sono divisi in parti uguali, il restante 50% in base alla classifica finale del campionato

Inghilterra : il 50% dei ricavi della vendita dei diritti televisivi sono divisi in parti uguali, il 25% in base alla classifica finale del campionato, l'altro 25% in base al famoso bacino di utenza

Italia : vendita individuale. Sistema anti-competitivo.

Uno dei principali argomenti contro la vendita individuale dei diritti televisivi è che questa penalizza troppo le squadre piccole e ne compromette la sopravvivenza. In effetti, se si guarda il rapporto First-to-last, il rapporto tra la squadra con il più ricco contratto televisivo e quella con il contratto più povero, si vede che questo parametro è molto più grande in Italia.

Francia = 1.8
Germania = 2.6
Inghilterra = 2.3
Italia = 10.4

Il sistema di vendita individuale dei diritti televisivi aumenta il divario nelle risorse finanziarie tra club e ne compromette anche la qualità della competizione.

Finche non torniamo in Italia ad una divisione in parti uguali dei ricavi della vendita dei diritti televisivi, il nostro calcio rimarra malato. Percio, visto che il calcio è il nostro gioccatolo, riprendiamocelo. Basta con i diritti televisivi pilotati e viva la divisione dei diritti.

1 commento:

  1. non dimenticare ke sky ricattava la roma,imponendogli di tenere totti a tutti i costi,qualora totti fosse andato via sarebbe diminuito il costo dell'ingaggio dei diritti tv.
    Ora deve cadere Moratti sta rovinando il calio

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