18 gennaio 2007

Cara Juve, nonostante Calciopoli non sei cambiata

Di Paolo Ziliani - "Signore e signori, tenetevi forte! Oggi, 16 gennaio dell’anno di grazia 2007, la notizia da prima pagina, nel pianeta pallone, è che in casa-Juventus Calciopoli non è servita a niente, la condanna alla B men che meno, il rinnovamento nei quadri dirigenziali e tecnici zero virgola zero. Dopo aver assistito a Juventus-Cesena 2-1, la certezza è che la Juventus del Nuovo Corso è uguale alla Juventus del Vecchio Corso; arrogante e prepotente, isterica e impunita per diritto divino, per capirci, la stessa sbobba dei tempi di Moggi e Giraudo, Bettega e Capello, Cannavaro e Vieira. E la svolta tanto decantata, una leggenda metropolitana. Juventus-Cesena 2-1, arbitro Banti, match di recupero del campionato di serie B, è stata una partita da “Oggi le comiche”. E se per caso non l’avete vista, siete pregati di seguirci: le mirabolanti avventure di Indiana Jones, al confronto, sono roba da boy scout!

JONATHAN L’INCORREGGIBILE. È la metà del secondo tempo, la Juve vince 2-0, il clima è da calma piatta: vero e proprio tran tran. In difesa, però, ci sono Birindelli, Kovac, Zebina e Balzaretti, e all’improvviso – come un fungo velenoso – ecco spuntare il gol di Papa Waigo, del Cesena, che riapre la partita. Il 2-1 risveglia i fantasmi di Juventus-Arezzo (da 2-0 a 2-2) e risveglia, soprattutto, la follia di Zebina. Che di lì a poco, nella metà campo del Cesena, subisce fallo da Mezavilla e da terra, sotto gli occhi di tutti, decide di scalciare l’avversario che due secondi dopo gli passa davanti. Tutto succede sotto gli occhi dell’arbitro Banti, che sembra non fare una piega: tant’è vero che il quarto uomo deve addirittura entrare in campo per suggerire all’arbitro che Zebina, insomma, andrebbe cacciato. Detto e fatto.

SANGUE AGLI OCCHI. Come in una specie di deja-vu, il cartellino rosso mostrato a Zebina scatena l’inferno in campo: esattamente come a Genova, quando Farina mostrò a Nedved il cartellino rosso per un’entrata spezza-caviglie su Bega. Allora, Pavel reagì rifilando un pestone all’arbitro e dando vita ad una sceneggiata napoletana (5 giornate di squalifica confermate in primo e secondo grado). Zebina in confronto si comporta invece da autentico signore; ed è vero, tiene il gioco fermo 2 minuti, ma si limita a dire al quarto uomo che non può, proprio lui, così distante, avere visto il suo scalciare. Del Piero, intanto, comincia a dare segni di nervosismo.

TUTTI GIU’ PER TERRA! In 10 contro 11, la Juve va in affanno. E succede che Alex Del Piero faccia una cosa che ogni calciatore, una volta nella vita, fa: cioè, simula, e cade in corsa senza essere toccato. Banti lo ammonisce, lui si rialza furente e va a cercare, chissà perché, il quarto uomo: “Così non va bene! – gli dice – stavolta non sei andato dall’arbitro a dirgli che il fallo c’era!”. Imbarazzante. Il quarto uomo si sforza di non rispondere, Del Piero insiste. In campo l’atmosfera comincia a farsi irrespirabile, gli juventini sono isterici: l’impressione è che uno scempio arbitrale senza precedenti (tipo Iuliano-Ronaldo, arbitro Ceccarini, all’incontrario) si sia abbattuto su di loro, vittime innocenti. Invece, c’è stata solo la solita, stupida “zebinata”.

MUORE IL REGOLAMENTO. Il Cesena spinge alla ricerca del pareggio, la Juve si difende, ringhia e protesta. Marchisio, a metà campo, commette un fallo da rosso (entrata voluta, in ritardo, sul piede d’appoggio di un avversario): Banti lo ammonisce. Si riprende e c’è una palla che spiove nell’area juventina: il giovane De Ceglie, appena entrato al posto di Kovac (infortunio numero 18 del campionato juventino!), contrasta Papa Waigo ma va completamente nel pallone stoppando letteralmente la palla col braccio. Come si diceva una volta: rigore grande come una casa. Ma in campo il clima è da Far West e lo sceriffo (Banti) e i suoi vice (Rosi e Carretta) hanno perso tutto il loro coraggio: il gioco prosegue.

MEGLIO DI DE SANTIS. Ma il bello, come si dice in questi casi, deve ancora venire. E arriva puntuale nel primo dei 3 minuti di recupero, quando succede questo: c’è un pallone alto che spiove nell’area della Juventus e si vede Mirante (il portiere che sostituisce Buffon) lanciarsi dai pali. Un giocatore del Cesena, il n. 14 Mezavilla, ha le spalle alla porta e sta aspettando che il pallone arrivi sulla sua testa quando da dietro viene travolto da Mirante che tenta una goffa presa: Mezavilla cade e cade anche il pallone dalle mani di Mirante. Pellè, che è a un passo, si avventa sulla palla, si avvita e in mezza rovesciata realizza il gol del 2-2 tra la disperazione dei difensori juventini. I giocatori del Cesena esultano, ma la gioia dura poco: l’arbitro Banti arriva infatti di gran carriera e annulla il gol spiegando (come De Santis in Juve-Parma 1-0, gol di Cannavaro del Parma annullato per inesistente fallo di confusione) che lui ha visto bene, anzi benissimo, il fallo di un giocatore del Cesena sul portiere. Sbalordimento generale. Partono i replay e la sola cosa che si vede è Mirante che travolge, letteralmente, Mezavilla – che nemmeno lo vede - sbagliando completamente tempi e modi dell’intervento (invece di respingere di pugno, e allontanare la palla, tenta la presa, che non gli riesce). Incredibile ma vero, mentre tutto questo accade si nota Deschamps che trova il modo di mostrarsi inviperito (lo si vede entrare in campo furente come a dire: “Ma come, adesso anche i falli sul portiere, ci fanno?”) e quando l’arbitro fischia la fine è ancora lì, in primo piano, intento a protestare col quarto uomo che per 20 minuti è stato insolentito, senza tregua, e senza che nessuno dicesse niente a Del Piero, dal capitano della Juve.

FRITTATA RIVOLTATA. Juventus-Cesena è finita 2-1, la squadra romagnola ha subito torti che definire colossali è dire poco, ma se qualcuno accendesse la tivù in questo momento penserebbe che la Juventus è stata seviziata. Del Piero s’imbuca nel sottopassaggio nero come la pece, Deschamps non la smette di esigere spiegazioni, i giocatori della vecchia guardia (Birindelli in testa) sono fuori di sé e ululano e imprecano all’indirizzo di arbitro, guardalinee, quarto uomo e del mondo cinico e baro.

MORALE DELLA FAVOLA. La partita Juventus-Cesena, l’avrete capito, è stata un insulto al calcio. Ma la cosa peggiore è stato il comportamento della Juventus, e in particolare di Del Piero, il capitano, e di Deschamps, l’allenatore: un insulto all’educazione e alla decenza, oltre che all’intelligenza. Dispiace dirlo: sono passati 9 mesi, dall’esplosione di Calciopoli, ma alla Juventus degli intoccabili il tempo è trascorso invano. È ufficiale: la Nuova Era juventina era una bufala."

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