27 gennaio 2007

Platini presidente Uefa... dopo Blatter mancava solo lui

Da oggi l'Uefa avrà al suo comando il più grande arrogante di tutto il pianeta calcio. Ho nominato, Le Roi, il cafonaccio, PLATINI. Ho sempre pensato che Platini fosse un arrogante, uno che sputa nel proprio piatto, uno che non ha valori, un opportunista, un falso, insomma uno che se può te la mette sempre in ... . Platini è diventato un giocatore di livello internazionale dopo essere passato alla Giuve. Prima non era nessuno. Se è conosciuto in tutto il mondo è solo grazie al calcio italiano. Però, questo lui, non lo ha mai accettato. In effetti, da quando ha smesso di giocatore a calcio ha sempre criticato l'Italia e gli italiani. Sempre a parlare male del belpaese. Sempre a criticarci. Secondo lui, abbiamo il calcio più povero (in materia di spettacolo) d'europa, i tifosi più violenti, i giocatori più piagioni , ... , insomma per lui non esistiamo. Ma qualcuno gli ha detto che siamo campioni del mondo. Qualcuno gli ha detto che un giocatore per diventare una stella pianetaria deve passare per l'Italia, vedi i vari Maradona, Zico, lo stesso Platini, Ronaldo, Van Basten, Gullit, ... .
Platini sembra essere il figlio di Blatter. Stesso sorriso falso, stessa idea del belpaese, stessi denti lunghi, stesso opportunisto, stessa arroganza. Adesso con quei due sul tetto d'europa e del mondo, siamo messi proprio male o forse bene ... perchè in materia di corruzzione siamo i numeri UNO e questi di corruzzione ne sanno un sacco. Povero calcio e poveri noi!!!

Totti ed Ayroldi

Dal Il Romanista del 24.01.07 - "Oggi sono tutti contenti: la Roma che ha convinto il giudice sportivo, Galante che aveva chiesto il minimo della pena per la sua vittima, e l'arbitro promosso dal designatore nonostante il disastro combinato. E Totti? Certo, giocherà contro l'Inter. Ma perché dovrebbe essere contento? Questa assurda giornata di squalifica resterà appiccicata nel suo curriculum per sempre. I numeri diventano statistiche e le statistiche creano dei mostri. Un anno fa a San Siro Totti fu espulso per aver preso una capocciata da Veron. Fu un marchiano errore arbitrale, ma nei giorni scorsi la storia, per avvalorare la tesi del capitano cattivo, è stata raccontata come «quella volta che Totti e Veron si presero a capocciate». Sarà così anche questa volta purtroppo: la tredicesima espulsione di Totti sarà quella di quando reagì violentemente a un certo Galante... E non importerà nessuno che non ci sia stata reazione come le immagini hanno dimostrato aldilà di ogni dubbio.
La tecnologia ci fa fare di tutto, ormai, gli arbitri hanno persino gli auricolari, eppure il loro referto è sacro come la Bibbia: Ayroldi la reazione di Totti l'ha vista. Si è sbagliato? Pazienza. La gomitata in faccia di Galante invece, proprio non l'ha vista. E Galante da questa storia ne esce con la fedina pulita. E poi dicono che dovresti essere contento..."

20 gennaio 2007

Roma devi vincere!!!

Domani 21 gennaio 2007 ci tocca una partità difficilissima in chiave scudetto. In effetti, se vogliamo tenere il passa dell'Inter si deve solo vincere. Però, sara dura. De Rossi e Pizarro squalificati, Totti, Mexes e Chivu doloranti, un centrocampo tutto da inventare ed i giocatori del Livorno che vorranno vincere a tutti i costi, per dare ragione al ritorno di Arrigoni sulla panchina del Livorno. Perciò, io la vedo dura. Però, quando si tifa una squadra come la Roma, l'impresa sembra possibile. Poì, quando si pensa al nostro capitano, l'impresa diventa facile. Ed infine, quando si amano i nostri colori e si pensa a tutte le battaglie vinta, l'impresa diventa una passeggiata. Domani andiamo a Livorno e pensiamo solo alla vittoria. Domani, ne sono convinto sara la partita di Mancini e Wilhelmsson. Quest'ultimo con i piedi ci sa fare. Ha una velocità impressionante, salta l'uomo come pochi, a certi tocchi soprafini, insomma è un giocatore unico. Poì, Amantino, si sa, se è in giornata, fara ballare la capoeira a tutta la difesa del Livorno. Ed infine, lui, il nostro capitano, Totti può vincere la partità da solo. Eppoi, con quei gladiatori di Mexes e Chivu, con quei guerrieri di Panucci e Tonetto, con quei mille polmoni di Perotta e Taddei, con quel giocatore ritrovato che è Ferrari ed infine con Doni... Ma chi ci ferma domani? Nessuno. Andiamo convinti delle nostre forze e onoriamo la maglia che portiamo adosso. Domani, 2 FISSO!!!

18 gennaio 2007

Cara Juve, nonostante Calciopoli non sei cambiata

Di Paolo Ziliani - "Signore e signori, tenetevi forte! Oggi, 16 gennaio dell’anno di grazia 2007, la notizia da prima pagina, nel pianeta pallone, è che in casa-Juventus Calciopoli non è servita a niente, la condanna alla B men che meno, il rinnovamento nei quadri dirigenziali e tecnici zero virgola zero. Dopo aver assistito a Juventus-Cesena 2-1, la certezza è che la Juventus del Nuovo Corso è uguale alla Juventus del Vecchio Corso; arrogante e prepotente, isterica e impunita per diritto divino, per capirci, la stessa sbobba dei tempi di Moggi e Giraudo, Bettega e Capello, Cannavaro e Vieira. E la svolta tanto decantata, una leggenda metropolitana. Juventus-Cesena 2-1, arbitro Banti, match di recupero del campionato di serie B, è stata una partita da “Oggi le comiche”. E se per caso non l’avete vista, siete pregati di seguirci: le mirabolanti avventure di Indiana Jones, al confronto, sono roba da boy scout!

JONATHAN L’INCORREGGIBILE. È la metà del secondo tempo, la Juve vince 2-0, il clima è da calma piatta: vero e proprio tran tran. In difesa, però, ci sono Birindelli, Kovac, Zebina e Balzaretti, e all’improvviso – come un fungo velenoso – ecco spuntare il gol di Papa Waigo, del Cesena, che riapre la partita. Il 2-1 risveglia i fantasmi di Juventus-Arezzo (da 2-0 a 2-2) e risveglia, soprattutto, la follia di Zebina. Che di lì a poco, nella metà campo del Cesena, subisce fallo da Mezavilla e da terra, sotto gli occhi di tutti, decide di scalciare l’avversario che due secondi dopo gli passa davanti. Tutto succede sotto gli occhi dell’arbitro Banti, che sembra non fare una piega: tant’è vero che il quarto uomo deve addirittura entrare in campo per suggerire all’arbitro che Zebina, insomma, andrebbe cacciato. Detto e fatto.

SANGUE AGLI OCCHI. Come in una specie di deja-vu, il cartellino rosso mostrato a Zebina scatena l’inferno in campo: esattamente come a Genova, quando Farina mostrò a Nedved il cartellino rosso per un’entrata spezza-caviglie su Bega. Allora, Pavel reagì rifilando un pestone all’arbitro e dando vita ad una sceneggiata napoletana (5 giornate di squalifica confermate in primo e secondo grado). Zebina in confronto si comporta invece da autentico signore; ed è vero, tiene il gioco fermo 2 minuti, ma si limita a dire al quarto uomo che non può, proprio lui, così distante, avere visto il suo scalciare. Del Piero, intanto, comincia a dare segni di nervosismo.

TUTTI GIU’ PER TERRA! In 10 contro 11, la Juve va in affanno. E succede che Alex Del Piero faccia una cosa che ogni calciatore, una volta nella vita, fa: cioè, simula, e cade in corsa senza essere toccato. Banti lo ammonisce, lui si rialza furente e va a cercare, chissà perché, il quarto uomo: “Così non va bene! – gli dice – stavolta non sei andato dall’arbitro a dirgli che il fallo c’era!”. Imbarazzante. Il quarto uomo si sforza di non rispondere, Del Piero insiste. In campo l’atmosfera comincia a farsi irrespirabile, gli juventini sono isterici: l’impressione è che uno scempio arbitrale senza precedenti (tipo Iuliano-Ronaldo, arbitro Ceccarini, all’incontrario) si sia abbattuto su di loro, vittime innocenti. Invece, c’è stata solo la solita, stupida “zebinata”.

MUORE IL REGOLAMENTO. Il Cesena spinge alla ricerca del pareggio, la Juve si difende, ringhia e protesta. Marchisio, a metà campo, commette un fallo da rosso (entrata voluta, in ritardo, sul piede d’appoggio di un avversario): Banti lo ammonisce. Si riprende e c’è una palla che spiove nell’area juventina: il giovane De Ceglie, appena entrato al posto di Kovac (infortunio numero 18 del campionato juventino!), contrasta Papa Waigo ma va completamente nel pallone stoppando letteralmente la palla col braccio. Come si diceva una volta: rigore grande come una casa. Ma in campo il clima è da Far West e lo sceriffo (Banti) e i suoi vice (Rosi e Carretta) hanno perso tutto il loro coraggio: il gioco prosegue.

MEGLIO DI DE SANTIS. Ma il bello, come si dice in questi casi, deve ancora venire. E arriva puntuale nel primo dei 3 minuti di recupero, quando succede questo: c’è un pallone alto che spiove nell’area della Juventus e si vede Mirante (il portiere che sostituisce Buffon) lanciarsi dai pali. Un giocatore del Cesena, il n. 14 Mezavilla, ha le spalle alla porta e sta aspettando che il pallone arrivi sulla sua testa quando da dietro viene travolto da Mirante che tenta una goffa presa: Mezavilla cade e cade anche il pallone dalle mani di Mirante. Pellè, che è a un passo, si avventa sulla palla, si avvita e in mezza rovesciata realizza il gol del 2-2 tra la disperazione dei difensori juventini. I giocatori del Cesena esultano, ma la gioia dura poco: l’arbitro Banti arriva infatti di gran carriera e annulla il gol spiegando (come De Santis in Juve-Parma 1-0, gol di Cannavaro del Parma annullato per inesistente fallo di confusione) che lui ha visto bene, anzi benissimo, il fallo di un giocatore del Cesena sul portiere. Sbalordimento generale. Partono i replay e la sola cosa che si vede è Mirante che travolge, letteralmente, Mezavilla – che nemmeno lo vede - sbagliando completamente tempi e modi dell’intervento (invece di respingere di pugno, e allontanare la palla, tenta la presa, che non gli riesce). Incredibile ma vero, mentre tutto questo accade si nota Deschamps che trova il modo di mostrarsi inviperito (lo si vede entrare in campo furente come a dire: “Ma come, adesso anche i falli sul portiere, ci fanno?”) e quando l’arbitro fischia la fine è ancora lì, in primo piano, intento a protestare col quarto uomo che per 20 minuti è stato insolentito, senza tregua, e senza che nessuno dicesse niente a Del Piero, dal capitano della Juve.

FRITTATA RIVOLTATA. Juventus-Cesena è finita 2-1, la squadra romagnola ha subito torti che definire colossali è dire poco, ma se qualcuno accendesse la tivù in questo momento penserebbe che la Juventus è stata seviziata. Del Piero s’imbuca nel sottopassaggio nero come la pece, Deschamps non la smette di esigere spiegazioni, i giocatori della vecchia guardia (Birindelli in testa) sono fuori di sé e ululano e imprecano all’indirizzo di arbitro, guardalinee, quarto uomo e del mondo cinico e baro.

MORALE DELLA FAVOLA. La partita Juventus-Cesena, l’avrete capito, è stata un insulto al calcio. Ma la cosa peggiore è stato il comportamento della Juventus, e in particolare di Del Piero, il capitano, e di Deschamps, l’allenatore: un insulto all’educazione e alla decenza, oltre che all’intelligenza. Dispiace dirlo: sono passati 9 mesi, dall’esplosione di Calciopoli, ma alla Juventus degli intoccabili il tempo è trascorso invano. È ufficiale: la Nuova Era juventina era una bufala."

14 gennaio 2007

Totti - Mancini : riabbracciamoci malgrado l'Inter


Finalmente si sono riabbracciati, ma non è bastato. Sembrava tutto perfetto. Mancini che segna su passaggio di Totti, i due che si abbracciono, partità sotto controllo eppoi? Rigore per il Messina all'ultimo minuto viziato da un precedente fallo su Pizarro ed alla fine, ci ritroviamo a -9 punti dall'Inter.
Tutto sembra un pò strano. I giornali che scrivono una settimana intera sui screzi tra Totti e Mancini, un rigore dubbio contro la Roma accordato all'ultimo minuto, ..., ma la ROMA comincia davvero a fare cosi paura? Ebbene si, l'Inter sa che questo scudetto "pulito" non lo può perdere. L'Inter è oggligata a vincerlo. Dopo l'ultimo scudetto vinto a tavolino negli ufficipiù che sul campo, l'Inter deve dimostrare ai suoi contradittori (guiventini) che può vincerlo sul campo. Perciò, mi viene il dubbio che l'Inter stia tendando di azzerare tutti gli eventuali "disturbi". La Roma fino a due mesi fa non faceva paura. Era una buona squadra che avrebbe lottato per la zona champion's. Pero, negli ultimi due mesi prima della sosta natalizia, la Roma ha totalizzato 28 punti su 30 in gioco. Per di più, tutti a dire che la Roma mostra il più bel calcio del campionato, che l'Inter gioca male... . Poì, se ci mettiamo che la Roma è stata fino ad adesso la società più attiva durante questo calciomercato e che ha già messo a segno gli unici due colpi veri (con TAVANO e WILHELMSSON), ebbene viene quasi spontaneo, che il fatto che si sia parlato negli ultimi giorni più dei screzi tra Totti e Mancini che dei vari colpi del calciomercato, eppoi con quel rigore dubbio a Messina, mi sembra che sotto ci sia qualche cosa che puzza. Speriamo di no, perchè la passione di noi tifosi sarebbe ridotta al midollo, se succedesse un CalciopoliBIS. Speriamo solo che il mio sfogo è dovuto all'amarezza del rigore subito all'ultimo minuto, cosa che rosica...

09 gennaio 2007

Roma superba col profeta Spalletti


Di Franco Melli tirato dal sito www.goal.com

"Dicono sia merito di Luciano Spalletti se la Roma ha raggiunto obiettivi da grande squadra, e non hanno tutti i torti quelli che l'affermano, perché l'allenatore toscano è certamente il valore aggiunto della formazione romanista. Forse più di Francesco Totti e degli altri che compongono l'intera rosa. Perché ha dato un segnale forte, dopo una stagione disgraziata, incorniciata dal via-vai degli allenatori. Va detto che Spalletti incarna in maniera perfetta la sacralità del ruolo di trainer all'inglese, un po' addestratore e un po' manager, col suo modo particolarmente gradito sia dai giocatori che dalla dirigenza di essere un "aziendalista" convinto. Ruolo difficile, che spesso crea incomprensioni e malcontenti dall'una, o dall'altra parte.Il motivo è facilmente individuabile: passano inosservate le piccole magagne perché il signor Luciano è stato capace di allargare gli orizzonti e di regalare schemi tattici all'avanguardia, la sua squadra produce il miglior football d'Italia, l'attacco è il più prolifico del torneo, la difesa fra le meno battute. Ecco, poi, l'intuizione di giocare senza attaccanti, regalando al capitano di Porta Metronia il suo ruolo ideale: spostato il raggio d'azione di Totti di quindici metri in avanti, Spalletti ha rivoluzionato il gioco dell'intera compagine.Quest'allenatore ha rigenerato gente che sembrava al tramonto, ridato smalto a chiunque, offerto al pubblico della Capitale la Roma dei sogni, quella che gioca bene e vince. Impresa difficile per chiunque, compresi gli squadroni del nord e quelli dell'aristocrazia europea. E addirittura dispiace che i record agguantati abbiano riempito le prime pagine dei giornali ma in parte offuscato le magie offerte dai trigoriani, che accorciano gli spazi e creano ripartenze in misura industriale. Per una volta non snoccioleremo i numeri, troppe volte ricalcati, e dedichiamo la chiusura di sipario alla speranza di veder resuscitato al vertice il campionato 2006/2007. A questa Roma può riuscire la rimonta, anche se sette punti sembrano un abisso."

Colpo della Roma : preso WILHELMSSON


Nota dal sito ufficiale del AS ROMA:
"L’A.S. Roma S.p.A. rende noto di aver perfezionato l’accordo con il Nantes FC Atlantique., per l’acquisizione a titolo temporaneo e gratuito del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Christian Wilhelmsson. Inoltre, l’A.S. Roma si è riservata il diritto di opzione per l’acquisizione a titolo definitivo del diritto alle prestazioni sportive del Calciatore, con effetti a decorrere dalla stagione sportiva 2007/2008, da esercitarsi entro il 1° maggio 2007. Per l’acquisizione a titolo definitivo del diritto alle prestazioni sportive del Calciatore è previsto il riconoscimento al Nantes FC Atlantique di un corrispettivo di € 3 milioni, da pagarsi in due rate di pari ammontare, di cui la prima entro e non oltre il 1° luglio 2007 e la seconda entro e non oltre il 3 gennaio 2008. Con il Calciatore è stato sottoscritto un contratto economico per le prestazioni sportive che prevede il riconoscimento di un compenso lordo di € 0,5 milioni. In caso di esercizio del diritto di opzione per l’acquisizione a titolo definitivo del diritto alle prestazioni sportive, con il Calciatore è stato raggiunto un accordo di durata quadriennale, che prevede il riconoscimento di un compenso lordo di € 1,79 milioni, per ciascuna stagione sportiva di durata del contratto."

06 gennaio 2007

LA BEFANA DI CALCIOPOLI


Di Pasquale Salvione - "E’ il giorno della Befana. Della Befana di Calciopoli. La vetrina sarà quella dello stadio San Siro di Milano. Di fronte, una contro l’altra, Juve e Milan, le regine dello scandalo più grande della storia. Fino all’estate scorsa vincevano solo e sempre loro, giocavano un Trofeo Berlusconi lungo una stagione intera".

05 gennaio 2007

Antitrust: "Sì ai diritti tv centralizzati"

Il giocattolo si è rotto e per rimetterlo in moto, bisogna cominciare a dividere i diritti televisivi in parti uguali tra le 20 squadre di serie A. Poi, bisogna attaccarsi ai diversi conflitti di interesse tra procuratori, club, figc-lega, Coni, ... . Se ne resa conto anche l'Antitrust che non più tardi di oggi ha pubblicato i risultati dell'indagine svolta sul calcio professionistico. L'indagine svolta dall'Autorità ha messo in luce, attraverso simulazioni effettuate sulla base dei sistemi di vendita adottati in altri Paesi europei, come il regime di vendita e ripartizione dei diritti televisivi esistente in Italia abbia accentuato gli squilibri di tipo economico tra società maggiori e minori.

Per più dettagli, ecco a voi l'articolo (tirato dal sito www.sports.it):
"Sì alla vendita centralizzata dei diritti tv per il calcio, ma non imposta per legge e con nuovi criteri di mutualità da affidare ad un organismo indipendente per garantire un campionato più combattuto", si legge nel documento del garante. Secondo l'Autorità è inoltre necessario rivedere i legami fra Figc-Lega, recidere i conflitti di interesse e dare nuovi assetti al settore degli agenti, oltre a migliorare lo sfruttamento delle risorse e il tesseramento in corso di campionato deve essere un'eccezione.Il primo punto dell'indagine conoscitiva relativa al settore del calcio professionistico dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato riguarda le entrate del sistema calcio che non devono dipendere solo dai diritti tv. L'analisi delle entrate delle società di calcio professionistiche ha messo in luce uno scarso sfruttamento di alcune fonti di ricavo e, al contempo, "una forte dipendenza delle stesse società dai diritti audiovisivi", che rappresentano oltre il 40% dei ricavi delle società di Serie A, mentre il 12% arriva dagli sponsor. "Le attività di merchandising rappresentano invece un'entrata oggi poco rilevante per le società in Italia, costituendo - in media - meno dell'1% delle entrate totali delle stesse, con riferimento alla Serie A. L'indagine ha evidenziato come tale circostanza sia principalmente da attribuire all'eccessiva diffusione della contraffazione dei marchi, che disincentiverebbe le società dallo sviluppare le attività di merchandising, per lo meno nella sua accezione tradizionale". L'antitrust individua un altro rimedio, che in Italia sembra però di difficile attuazione. "Anche la quotazione in borsa potrebbe rappresentare un'importante fonte di finanziamento necessaria al raggiungimento di un maggiore equilibrio competitivo nei campionati. Tuttavia, le società italiane non sembrano godere di una solida patrimonializzazione: ciò è principalmente dovuto al fatto che non differenziano appieno le entrate e non dispongono della proprietà delle strutture sportive". La vendita centralizzata, come facoltà e non come obbligo". E' questo il principio che secondo l'Antitrust si dovrebbe seguire in Italia per la contrattazione dei diritti tv. In questo modo, secondo il garante, si potrebbe migliorare la situazione "ma il vero problema consiste nell'inadeguatezza del vigente meccanismo di ripartizione delle risorse adottato in Italia: l'attuale sistema, prevedendo che le società debbano versare ai fini mutualistici il 19% dei loro proventi totali, non realizza appieno le tipiche esigenze solidaristiche che connotano il fenomeno sportivo se confrontato con i meccanismi adottati in ambito europeo. Soprattutto in Francia, ad esempio - si legge nel documento - una quota maggioritaria è distribuita in parti eguali tra le società e una quota pari al 5% dei proventi viene attribuita allo Stato per promuovere e sovvenzionare i settori giovanili nonché contribuire alla crescita degli altri sport". In particolare, con riferimento alla Serie A, l'indagine ha messo in luce come, in merito ai compiti di ripartizione dei proventi da diritti televisivi, "le Leghe, in quanto rappresentative delle società cui devono essere applicate le stesse regole di redistribuzione delle risorse, non sono i soggetti adatti alla definizione di tali regole. All'interno delle Leghe, infatti, possono verificarsi conflitti di interessi, ad esempio in capo a società i cui rappresentanti siedono negli organi delle Leghe e che, in ragione di tali incarichi, potrebbero trovarsi nella condizione di influenzare a loro vantaggio le scelte sulla ripartizione dei proventi da diritti televisivi". Pertanto, l'Autorità ritiene che i compiti di ripartizione dovrebbero essere attribuiti ad un "soggetto terzo", o quantomeno ad un organismo indipendente che risponda alla Figc sulla falsariga della Covisoc. In tal senso, quindi, occorrerebbe stabilire che la ripartizione avvenga in modo da: destinare una parte significativa dei proventi alle finalità mutualistiche, quindi a vantaggio delle società di Serie A e B e del sistema calcio nel suo insieme. Attribuire una parte non residuale dei proventi sulla base di criteri meritocratici, prescindendo pertanto dai valori relativi al bacino d'utenza delle singole squadre che nulla hanno a che vedere con il merito sportivo. Riconoscere all'organo tecnico la facoltà di modificare le quote ripartitorie a seconda delle esigenze che nel tempo si vengano a manifestare."

03 gennaio 2007

Calciomercato e diritti televisivi

Il giocattolo si è rotto, finalmente. Per Juve-Inter-Milan era diventato troppo facile essere le regine del calciomercato d'estate e di riparazione. In effetti, fino al gennaio 2005, esistevono due categorie di contratti televisivi. Se ti chiamavi Juve, Inter o Milan, facevi parte della fascia alta. Se invece eri una tra le 17 altre squadre restanti facevi parte della fascia m'accontento. In effetti, i contratti televisivi per la stagione 2004-2005 hanno portato nelle casse dei club di serie A 210 milioni di euro, dei quali 180 milioni di euro sono finiti nelle casse di Juve, Inter e Milan. Di conseguenza, le altre 17 squadre si sono divisi le bricciole pari a 30 milioni di euro. Percio, è normale che i botti del calciomercato venivano sempre da Juve, Inter e Milan. La disparità era diventata troppo grande. E per certi club, vedi la Roma e la Lazio, era diventato troppo difficile competere contro quelle tre. La consequenza di questo meccanismo ha portato ad un campionato a tre squadre, anzi due. In effetti, Juve e Milan oltre alla supremazia nei media, avevano preso possesso degli uffici alti che governavono il calcio. Non ce n'era per nessuno. C'eravamo talmente abituati a tale situazione che nessuno più reagiva ai vari conflitti d'interessi, strapoteri, arronganze, ... . Se uno o l'altro alzava un pò la voce veniva subito tolto di torno, vedi i vari Gaucci, Pieroni, Baldini, Zeman, Gazzoni, ... . Ci erano quasi riusciti anche con la Roma. In effetti, mancavo poco che Moggi metteva Moggino come direttore sportivo della Roma.

Adesso, dopo calciopoli, il calciomercato è un pò cambiato. La Juve in B, non compra più anzi vende i suoi gioielli. Il Milan vende Sevchenko per comprarsi Oliveira, da ridere. L'unica in grado di fare ancora spese folli è l'Inter di Moratti. Perciò, Inter a parte, c'è più equilibrio in materia di calciomercato. Questo rende, di conseguenza, il campionato più bello e più ricco di confronti esaltanti. Un ultima nota sui diritti televisivi. Le regole in materia di diritti televisivi sono diverse secondo i paesi. Un piccola riassunto delle regole nei paesi europei :

Francia : il 73% dei ricavi della vendita dei diritti televisivi sono divisi in parti uguali, il restante 27% in base alla classifica finale del campionato

Germania : il 50% dei ricavi della vendita dei diritti televisivi sono divisi in parti uguali, il restante 50% in base alla classifica finale del campionato

Inghilterra : il 50% dei ricavi della vendita dei diritti televisivi sono divisi in parti uguali, il 25% in base alla classifica finale del campionato, l'altro 25% in base al famoso bacino di utenza

Italia : vendita individuale. Sistema anti-competitivo.

Uno dei principali argomenti contro la vendita individuale dei diritti televisivi è che questa penalizza troppo le squadre piccole e ne compromette la sopravvivenza. In effetti, se si guarda il rapporto First-to-last, il rapporto tra la squadra con il più ricco contratto televisivo e quella con il contratto più povero, si vede che questo parametro è molto più grande in Italia.

Francia = 1.8
Germania = 2.6
Inghilterra = 2.3
Italia = 10.4

Il sistema di vendita individuale dei diritti televisivi aumenta il divario nelle risorse finanziarie tra club e ne compromette anche la qualità della competizione.

Finche non torniamo in Italia ad una divisione in parti uguali dei ricavi della vendita dei diritti televisivi, il nostro calcio rimarra malato. Percio, visto che il calcio è il nostro gioccatolo, riprendiamocelo. Basta con i diritti televisivi pilotati e viva la divisione dei diritti.