15 novembre 2007

Panucci a Kakà: "Davanti ai soldi tutti cambiano"

Mi hanno molto irritato le dichiarazioni di Kakà. In effetti, è da un paio di anni che Kakà vuole andarsene al Real Madrid dovè guadagnerebbe più denaro. Però, non sapevo come dirlo al popolo rossonero. In effetti, Kakà è troppo intelligente. Non vuole fare la fine di Ronaldo, che quando scappo dall'Inter, fu odiato dalla stessa curva che l'aveva tanto amato ed aspettato. Adesso, con questa storia del calcio italiano che è violento, dovè un giocatore ha paura di mandare la sua famiglia allo stadio (Juan non penso che la tua famiglia rischia molto in tribuna VIP, perciò meglio che te ne stai zitto!!!)... mi stanno innervosendo. In effetti, come l'ha detto ieri Panucci, finchè ci stanno i soldi, i big veranno sempre da noi. Non sarà la violenza che li farà scappare!!! Grande CHRISTIAN!!!
Ecco l'intera intervista rilasciata da Panucci direttamente dal ritiro della nazionale :

Christian Panucci replica a Kakà, che dopo gli ultimi episodi di violenza non ha escluso che potrebbe lasciare il nostro paese.
"Fanno tutti i moralisti - dice il difensore della Roma -, ma bisogna smetterla. Basta pagarli i campioni e vedrete che finché sarà così questi verranno sempre a giocare in Italia, davanti ai soldi tutti cambiano".

"Anch'io davanti a certe scene ho provato un grosso schifo e ho evitato di farle vedere a mio figlio, meglio i cartoni animati - prosegue Panucci - però dare la colpa solo al calcio di quanto sta avvenendo è ingiusto e riduttivo".

"Il problema è molto più complesso, la violenza non c'è solo la domenica ma ogni giorno. Purtroppo il nostro Paese sta vivendo un momento difficile, tanta gente fatica ad arrivare a fine mese, mio padre ha fatto il postino e lo so. Lo stadio per molti diventa una valvola di sfogo".

"Noi non dobbiamo fermarci ma attivarci - dice Panucci riferendosi ai calciatori -, collaborare perché la domenica torni a essere un giorno di festa e perché quanto realizzato all'estero venga fatto pure qui. Se tanti paesi sono riusciti ad avere una cultura sportiva non vedo perché non dovremmo riuscirci noi, non siamo secondi a nessuno".

Impero Romano

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