06 novembre 2010

Domani MENEZ deciderà il derby!!!

“Pagherei per segnare domenica“. Jeremy Menez si avvicina a Lazio-Roma svestendo la timidezza cui lo sguardo che “non sai dove sta guardando” aveva fin troppo abituato. Longjumeau continua a essere terreno su cui poggia la radice, la capitale semmai è finestra attraverso la quale quel pensiero che “non sai che sta pensando” ha imparato a prorompere. Non è mai stata questione di geografia, per Jeremy. Semmai di appartenenza. Arrivare alla banlieue 94, da Parigi, significa salire sulla Rer C e lasciarsi inzuppare dalla campagna circostante. Mattina e sera. Mattina e sera. Fin da piccolo. Mentre tutt’intorno la società viveva tumulti e stimoli a colpi di musica e armi da fuoco, cazzotti e rime mai banali, il tragitto era sempre quello. Verso il centro per non puzzare di fame, verso la periferia per tornare a casa. Abituato com’era, poco male dover entrare nel cuore di Roma proprio così. Dal sobborgo di un anonimato per rimanere travolti dall’immensa centralità della capitale presa d’assalto dal mondo intero. Poco più di due anni fa. Arsene Wenger, Daniele Baldini, Luciano Spalletti: lo hanno osservato, Menez, mentre nelle fila del Monaco muoveva i primi passi verso quel tipo di calcio che può appartenere solo ai fuoriclasse. Fatto di colpi che non impari in allenamento, per i quali non hai bisogno di ringraziare nessun allenatore. Unico nel genere, dicevano del transalpino. Unico nel genere, ha ripetuto a poche ore dalla stracittadina Vincent Candela

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